Nei giorni successivi al parto una sensazione di malinconia è presente in molte madri, è una situazione emotiva indefinibile fatta di tristezza, inquietudine ed ansia, ma transitoria. Viene definita Baby-blues, colpisce il 70-80% delle neomamme. Tende a scomparire entro le prime due settimane dopo il parto ed è causata dal drastico cambiamento ormonale post-partum con il calo degli estrogeni e del progesterone. Questo stato emozionale è dovuto anche alla fatica fisica e mentale per il travaglio ed il parto, ed alle cure attente da dare al piccolo appena nato. Diversa è invece la depressione post-partum che colpisce il 10-15% delle puerpere. Essa non scompare spontaneamente e se non trattata persiste nel 50% delle mamme dopo 6 mesi e nel 25% dei casi dopo un anno.
Nelle donne predisposte alla depressione il parto potrebbe essere avvertito come un grande cambiamento, quasi una perdita di quell’unione simbiotica idealizzata fra sé ed il nascituro. Il parto potrebbe essere vissuto come una dolorosa perdita e le continue attenzioni che la piccola creatura richiede può mettere a dura prova una donna in una situazione di vulnerabilità, specie se non riceve il necessario supporto da parte dell’ambiente e dalle figure significative.
Secondo gli studi dell’ISS “la depressione post-partum se non riconosciuta e trattata interferisce con le abilità della mamma a instaurare un interscambio di comportamenti ed emozioni con il suo bambino e con l’attaccamento, con conseguenze negative a lungo termine sullo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del bambino”.
Quali sono le cause della depressione post-partum?
La depressione post-partum è una patologia complessa in cui interagiscono fattori biologici, cioè una alterazione dei neurotrasmettitori, e fattori genetici o epigenetici, in quanto nei consanguinei esistono altri casi di soggetti predisposti o che soffrono di depressione maggiore.
Esistono anche cause psichiche individuali, spesso la donna tende ad avere una minore tolleranza a eventi e situazioni stressanti che vengono vissuti come perdite gravi ed insuperabili.
Attualmente i fattori sociali hanno assunto una certa incidenza: spesso le famiglie sono nucleari e si sentono sole ad affrontare questo evento critico ed importante, alla neo mamma viene spesso a mancare la famiglia allargata o la propria madre per essere sostenuta psicologicamente e materialmente.
Per poter approfondire in termini psicodinamici le cause della depressione post-partum devo delineare lo sviluppo del femminile al momento della gravidanza. La donna una volta che diventa madre inevitabilmente deve confrontarsi con la propria imago materna, che non corrisponde alla propria madre reale, ma con l’immagine inconscia materna che è insita in lei. Non importa se sul piano reale la neomamma ha un rapporto apparentemente sereno (ossia apparentemente normale) con la propria madre, ma valgono quei ricordi inconsci stratificati nel tempo che non possono riaffiorare in modo cosciente. Nel momento in cui la donna diventa madre ella stessa si verifica una identificazione inconscia con l’imago materna (definita arcaica da Jung) e tutti quei sentimenti inespressi di aggressività, deprivazione, invidia o altri sentimenti negativi riaffiorano senza controllo nel suo inconscio. Saranno questi sentimenti inconsci a prevalere e a determinare nel qui ed ora la condizione di depressione e ad influire negativamente sul suo stato d’animo senza che lei lo voglia. Per una neomamma depressa è davvero difficile riconoscere a se stessa e ai suoi cari che ora nel momento tanto atteso, lei si sente suo malgrado infelice e depressa.
In caso di problemi psichici o stati depressivi della giovane madre non possiamo fermarci ad osservazioni tangibili, o domande che non fanno riaffiorare ciò che è inconscio ed invisibile. In questa maniera occhi che non sanno guardare non vedono e non si può dare quel sostegno necessario alla funzione materna quando la madre ha una depressione e quindi anche difficoltà nella relazione con il proprio piccolo.
Mi occupo dal 1984 di pediatria ed ogni bambino ha una sua unicità perché è unica la relazione che ogni mamma ha con il proprio bambino. Lavoro a Roma come Pediatra e nello stesso tempo sono specialista in Neuropsichiatra Infantile che è da sempre stata la mia grande passione. Grazie al mio lavoro di pediatra ho avuto la possibilità di osservare un gran gruppo di madri alle prese con i loro bambini e di analizzare la loro interazione fin dalla nascita. La mia formazione di Neuro-psichiatria Infantile mi ha dato gli strumenti psicoanalitici per capire le risposte comportamentali dei bambini ad atteggiamenti materni ai limiti del normale. Grazie al mio percorso formativo ho integrato la pediatria e la psicoanalisi, abbattendo la distanza fra la disciplina medica e quella psicoanalitica. Così ho avuto la possibilità di avvicinarmi alla pediatria in un modo nuovo: cioè capire ogni bambino, la sua unicità e mi limito ad intervenire nella relaziona madre bambino quando la mamma ha delle difficoltà. Quasi sempre una donna con depressione post-partum non confida spontaneamente la sua problematica, spetta al professionista competente cogliere dei segnali, spesso molto sfumati, oppure avere un dialogo aperto su come è la gestione delle cure materne, se ci sono particolari difficoltà. Il colloquio deve essere non troppo guidato e far sì la madre si sente accolta e capita.
Impariamo dunque ad ascoltare ed accogliere le difficoltà di una madre, è indispensabile per fare in modo che una madre non sia spaventata da angosce interne ed esterne.
Il semplice pediatra è spesso impreparato ad affrontare questa tematica. Eppure sappiamo quanto sia importante il benessere psichico della madre per stabilire una relazione madre-bambino soddisfacente per entrambi nei primi mesi di vita. Presenterò nel mio blog una terapia breve rivolta ad una giovane mamma con depressione post-partum che si è risolta in pochi incontri, anche grazie alla empatia e accoglienza della terapeuta.