I segreti svelati dall’epigenetica
Guardando l’embrione ancora in utero, come potremo immaginare la sua vita futura? Cosa influirà sul suo sviluppo, più i suoi geni o più l’ambiente in cui vivrà?
La risposta sarebbe stata scontata prima dell’avvento dell’Epigenetica quando si credeva che i geni avessero un ruolo decisivo nella vita di ogni essere vivente. Oggi, invece, la risposta è più complessa a causa della rivoluzionaria visione apportata dall’Epigenetica. Questa nuova scienza ha dimostrato come lo sviluppo dell’essere umano non dipenda dal codice genetico inscritto nel DNA, ma sia piuttosto il risultato di una complessa interazione dinamica fra geni e fattori ambientali.
L’innovazione apportata dall’Epigenetica è la scoperta dell’influsso ambientale soprattutto nella vita intrauterina e nei primissimi anni di vita. Difatti la plasticità cerebrale è massima nell’ultimo trimestre di gravidanza fino al terzo anno di vita.
In età evolutiva un ambiente non favorevole per deprivazione affettiva o culturale, o semplicemente povero di stimoli, incide notevolmente sulle caratteristiche anatomo-funzionali del cervello in via di sviluppo.
L’ambiente nelle prime epoche della vita è in grado di programmare il funzionamento del nostro DNA per tutto l’arco della nostra esistenza decidendo il nostro stato di salute o le nostre patologie dall’infanzia all’età avanzata. Dunque è fondamentale per la salute dell’individuo attuare una medicina preventiva agendo sugli influssi ambientali potenzialmente patogeni già durante la vita prenatale e nei primi anni di vita. Tutto ciò che accade nella vita prenatale e nei primi anni di vita ha una cruciale importanza nell’esistenza futura dell’individuo al punto che possiamo affermare che la vita di ogni essere umano non ha inizio il giorno della nascita bensì nove mesi prima, al momento del concepimento.
In età evolutiva è davvero incredibile la plasticità e la capacità di modularsi del nostro cervello. Si può allora immaginare quanta influenza abbia la madre con il suo maternage e con il suo modo di porsi, calmo, rassicurante e prevedibile, sullo sviluppo del proprio piccolo essendo il cervello al massimo della propria plasticità! Nello stesso tempo il piccolo d’uomo nasce con un cervello molto immaturo e per questo può sopravvivere solo grazie alla continuità delle cure parentali. Nella specie umana le cure alla prole sono quasi una continuazione del caldo contenimento e nutrimento fisiologico della vita intrauterina.
Per questo motivo è fondamentale per un sano ed armonico sviluppo cerebrale che i bambini in età precoce siano stimolati correttamente in un rapporto affettivo sicuro e stabile (per questo dedicherò un articolo esclusivamente sull’allattamento).
L’essere vivente dunque è il risultato dell’interazione dinamica fra geni ed ambiente. Questa nuova prospettiva ci ha fatto capire quanto la vita umana dipenda dalle qualità dell’ambiente alle origini della sua esistenza: se è stato capace di accoglierlo in modo adeguato e di rispondere alle sue fisiologiche esigenze. Le prime esperienze emozionali del piccolo avranno un ruolo determinante sul suo sviluppo emozionale e cognitivo.
In età evolutiva scopriamo la grande complessità del nostro cervello, e nello stesso tempo la sua grande vulnerabilità, in quanto il neuro-sviluppo precoce è condizionato da molteplici fattori genetici ed ambientali, quali l’inquinamento, i metalli pesanti, le infiammazioni, ecc ecc che si interfacciano e si condizionano vicendevolmente.
Ulteriori studi sono indispensabili per approfondire le molteplici cause ambientali che agiscono sulla vulnerabilità del cervello in evoluzione. Tutto ciò che potenzialmente causa neuro-infiammazione può interferire con lo sviluppo evolutivo.
Mi sono occupata per la mia competenza dei casi di deficit del Neuro-sviluppo in cui l’influsso ambientale patogeno era dato in modo evidente dalle esperienze traumatiche precoci in cui ho attuato una terapia di tipo psicodinamico del bambino con un setting molto originale in cui coinvolgo la madre ed il bambino nella stessa seduta. La terapia si prefigge lo scopo di favorire le potenzialità di sviluppo del bambino promuovendo una sana interazione emozionale con la madre: ciò permette una ripresa sana della crescita.
Le ricerche di epigenetica hanno dimostrato che delle buone esperienze emozionali normalizzano le alterazioni biochimiche epigenetiche responsabili della patologia.
La psicoanalisi ha da sempre dimostrato che un fallimento delle cure materne causa una sofferenza nel bambino piccolo vulnerabile ad un ambiente imprevedibile.
L’Epigenetica arriva alle stesse conclusioni: infatti dimostra come lo stress materno in gravidanza, diventando materno-fetale, produrrà gravi conseguenze sullo sviluppo psichico del nascituro. I suoi studi di laboratorio hanno evidenziato come il trauma precoce causi un’alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene del feto, con una conseguente alterata risposta allo stress, la quale poi si manterrà nell’individuo adulto.
Le conseguenze del trauma materno-fetale minaccia così la salute psichica non solo nel nascituro ma dell’individuo per la sua intera esistenza. L’alterata risposta allo stress è difatti la causa determinante di molte forme depressive, dei disturbi del tono dell’umore ed altre patologie psichiatriche più gravi in età adulta.
Grazie agli studi d’Epigenetica capiamo l’enorme influenza della madre sul nascituro fin dalla fase prenatale. Impariamo dunque ad ascoltare ed accogliere le difficoltà di una madre, è indispensabile per fare in modo che una madre in gravidanza non sia spaventata da angosce interne od esterne.
La mia riflessione è: “Come back”. Per favore, vi prego, torniamo ai veri valori umani di una volta. Dobbiamo molto riflettere sulle cause della sofferenza psichica precoce e sui cambiamenti di oggi che riguardano la maternità. Un’assistenza alle donne in gravidanza ha un elevato potenziale preventivo per evitare una difficoltà relazionale con il neonato nella fase della sua maggiore dipendenza dalle cure materne. La solitudine, che in genere accompagna la difficoltà delle prime relazioni madre-bambino, aggrava i problemi della crescita del bambino. Come pediatra che lavora in prima linea, continuo a pensare “Come back” spaventata dalla disumanità del mondo di oggi che sta producendo tutti questi cambiamenti non favorevoli per lo sviluppo delle nuove generazioni.
Centriamo l’equilibrio dell’individuo su valori profondi. Innanzitutto proteggiamo la funzione materna: prepariamo la donna alla procreazione soprattutto psicologicamente. La società di oggi senza confini e senza principi sani mina l’essere umano alle sue radici portando ad una grande insicurezza ed instabilità della coppia che procrea una nuova vita. Così mi chiedo guardando il feto che è ancora in utero: “Alla nascita troverà un abbraccio materno sicuro, un ambiente accogliente che lo stimoli nel modo più adeguato?”
Il bambino nasce con tutte le sue potenzialità innate. Egli potrà svilupparle fin dalla nascita se è accolto con amore in un ambiente sano che rispetti le sue esigenze fisiologiche.
L’Epigenetica difatti ci dice che i geni non sono il nostro destino bensì è l’ambiente in cui nasciamo e viviamo ad avere una grande influenza sulla nostra vita.